Il diritto di ripensamento: cos’è e come funziona

Sommario: Una delle domande più frequenti dei consumatori riguarda il cosiddetto diritto di ripensamento del contratto in materia di acquisti. In molti credono che in tutti i contratti si goda del diritto di recesso o ripensamento del consumatore, ma così non è. Vediamo assieme con la guida degli esperti internet casa per scoprire come.

Quando vale il diritto di recesso

Il diritto di recesso si applica solamente agli accordi stipulati “fuori dai locali commerciali”, oppure nei contratti a distanza, ovvero conclusi a mezzo internet o altri mezzi di comunicazioni come il telefono.

La logica di tale “vantaggio” per i consumatori è facilmente comprensibile: fuori dai locali commerciali o quando si stipulano contratti internet o telefonici a distanza, non è il consumatore che decide di fare acquisti ma l’acquisto, molto spesso, gli viene proposto. In questa situazione, egli non ha la lucidità che potrebbe avere nel caso in cui, invece, avesse deciso di entrare in un negozio.

Il diritto di recesso da un contratto è generalmente conosciuto anche come “diritto di ripensamento”. Ed è una delle forma di disdetta per contratti già conclusi e siglati e quindi in teoria incancellabili.

Il codice del consumo riconosce tra le possibili situazioni, in cui ci si può avvalere del diritto di ripensamento, quella della stipulazione contrattuale tra consumatori e professionisti.

Diritto di ripensamento tra privati

Il diritto di recesso, però, secondo le sue specifiche non vale nei contratti tra privati, tra aziende o in generale nei contratti e/o accordi nel mondo lavorativo. Ad esempio se un privato, per accedere ad un’offerta, dovesse usufruire della propria partita Iva per scaricare le spese non è più possibile richiedere il diritto di recesso.

Gli ambiti di applicazione del diritto di recesso o di ripensamento

Quando un contratto è firmato fuori dai locali commerciali, il cliente può sciogliere l’accordo e ci può ripensare, svincolandosi dall’obbligo di pagare il prezzo o, se lo ha corrisposto, potendo chiedere la restituzione dei soldi spesi.

Si tratta della possibilità di “ritornare indietro” senza dover dare nessuna giustificazione, è sufficiente comunicare alla controparte l’intenzione di recedere dal contratto, senza bisogno di un motivo e, se si vuole dare, non deve obbligatoriamente essere valido e ragionevole.

Senza l’obbligo di giustificare le proprie motivazioni per la disdetta o la restituzione di un prodotto commerciale, il recesso è valido anche per motivazioni soggettive quali il gusto personale, aspettative disattese sia dal punto di vista performante che da quello economico.

Il diritto di ripensamento si applica: 

  1. alle vendite telefoniche;
  2. on-line;
  3. al telefono;
  4. in strada;
  5. con televendite o porta a porta;

Non è possibile richiedere il diritto di recesso se l’acquisto è stato effettuato in un negozio, sia che la merce fosse in quel momento presente o non lo fosse, ad esempio se si fa un ordinazione. Il diritto di recesso è previsto anche nel caso in cui la confezione sia stata aperta e provato il prodotto, eliminando i sigilli.

Chi vende il servizio o prodotto non può rifiutarsi di restituire i soldi anche se ne è comprovato l’utilizzo da parte del consumatore, e non può addebitare le spese di spedizione al compratore, dato che la legge impone che queste ultime gravino sempre sul venditore. Questa particolarità del diritto di recesso è valevole anche nel caso si sia deciso di cambiare l’intestatario del contratto di rete fissa e si volesse restituire il modem/router.

Devi mostrare lo scontrino?

Esercitare il diritto di recesso, tra l’altro, non è vincolato all’esibizione di una prova d’acquisto. Ovvero non è necessario esibire lo scontrino.

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Quando il diritto di recesso non si può esercitare

Non è possibile acconsentire al diritto di recesso per le vendite nei negozi, nell’ufficio o negli studi professionali e se il contratto viene stipulato fuori dai locali commerciali, nei casi elencati di seguito:

  • Prestazioni già eseguite
  • Qualsivoglia attività legata a beni immobili.
  • Prodotti alimentari o di utilizzo domestico corrente consegnati con scadenza regolare.
  • Assicurazioni.
  • Strumenti finanziari.
  • Servizi d’alloggio, trasporti, ristorazione, tempo libero o quando è sottoscritto un accordo sulla temporalità della fornitura (con prenotazione). 

Se non vengono presi accordi diversi, il recesso è escluso anche nei casi sotto elencati:

  • servizi eseguiti con il consenso del consumatore prima della scadenza dei 10 giorni per il recesso;
  • beni e servizi i cui prezzi sono legati alle variazioni dei mercati finanziari e per cui il venditore non ha alcun controllo o potere;
  • beni confezionati a misura del compratore;
  • prodotti audio-video o software a cui il compratore abbia rimosso i sigilli di garanzia apposti dal venditore;
  • giornali, periodici e riviste;
  • servizi di scommesse o lotterie.

In quanto tempo si può recedere da un contratto

Il diritto di ripensamento deve essere esercitato entro massimo 14 giorni lavorativi a partire:

  • dal giorno di sottoscrizione del contratto, per i servizi
  • dal momento in cui avviene la consegna, per i beni

Ma da quando inizia a decorrere il termine per il recesso?

Da quando si contano i 14 giorni?

  • Nei contratti di servizi il termine inizia a decorrere dalla conclusione del contratto, per cui ad esempio se abbiamo accettato un’offerta telefonica per il cellulare, il termine di 14 giorni inizia a decorrere da quando abbiamo ricevuto la telefonata.
  • Nei contratti di vendita anche se conclusi telefonicamente, invece, il termine inizia a decorrere da quando entriamo in possesso del bene, per cui dal momento della consegna. Per i contratti di fornitura (energia elettrica, telefonia ecc.) il termine inizia a decorrere dal giorno di conclusione del contratto. Se si richiede di usufruire del diritto di recesso dopo il quattordicesimo giorno, al consumatore può essere richiesto il pagamento di una penale.

Il professionista ha l’obbligo per legge di informare il compratore in merito alle disposizioni del diritto di recesso e delle modalità particolari del prodotto con cui esercitarlo. Se questo non avviene, e il compratore rimane all’oscuro di questo suo diritto, il recesso è esteso alla durata di 12 mesi.

In che modo si esercita il diritto di recesso o di ripensamento

Particolarità di questo procedimento è che non ci si può limitare a riconsegnare il prodotto, ma è necessario eseguire una comunicazione formale al venditore, con una raccomandata con avviso di ricevimento al professionista.
  • La raccomandata deve essere corredata di informazioni personali, dettagli e specifiche del prodotto o del servizio acquistato. Inoltre, deve essere esplicitata la volontà di recedere dal contratto.
  • Secondo le modalità previste dal contratto, il compratore deve restituire al venditore il prodotto nel caso in cui gli sia già stato consegnato.
  • Il termine per la restituzione non può essere inferiore a 10 giorni lavorativi.

Scopri di più sulle bollette internet e come leggerle.

Diritto di ripensamento e Agcom

Se sei arrivato fin qui, ma hai ancora qualche dubbio o domanda, leggi anche il sito dell’Agcom per scoprire tutti i diritti dei consumatori in materia di telefonia e comunicazione.

Rimanendo in ambito di telefonia, potresti volere anche un approfondimento sulle bollette del telefono. A questo proposito visita le nostre pagine dedicate: Come leggere la bolletta del telefonoGli errori in bolletta.

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Aggiornato su 15 Feb, 2024

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Paolo A.

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