Rimodulazione tariffe: come tutelarsi e cosa fare
Sommario: Operatori telefonici, piani tariffari e le preoccupazioni per un possibile aumento dei prezzi sempre in agguato. Tra le ragioni che più spingono i clienti a cambiare operatore c’è la rimodulazione delle tariffe telefoniche sulle promozioni e i servizi attivi nel proprio piano telefonico. Durante i primi mesi del 2020, alcune delle principali compagnie telefoniche hanno incrementato i costi di vari piani tariffari. Ad esempio TIM, Vodafone, Fastweb Mobile e anche la neonata WindTre hanno applicato un aumento dei prezzi su offerte e servizi. Rincari che pesano nel portafoglio dei clienti.
Rimodulazione tariffe, cosa è successo nel 2020
Come è stato detto in precedenza, complice anche l’emergenza sanitaria, i primi mesi del nuovo anno non sono stati dei migliori neppure per quanto riguarda tanti utenti nel campo della telefonia. A causa della rimodulazione delle tariffe, molti sono gli utenti che si sono visti aumentare di qualche euro al mese il costo del piano tariffario o di certi servizi. Vediamo, nel dettaglio, di quanto sono maggiorati i prezzi di diverse offerte e servizi proposti da TIM, Vodafone, Fastweb Mobile e WindTre.
I costi maggiorati per i clienti TIM
TIM è stata la prima compagnia telefonica che ha dato il via al rincaro dei prezzi di alcune offerte.
Gli aumenti tariffari di Vodafone
La rimodulazione tariffe WindTre
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Rimodulazione tariffe, cosa può fare il cliente
Le compagnie telefoniche sono obbligate a comunicare al cliente la modifica delle condizioni contrattuali, come previsto dall’ articolo 70 del Codice delle comunicazioni elettroniche e dai regolamenti dell’Agcom che all’articolo 6 comma 2 stabilisce: “Gli operatori informano con adeguato preavviso, non inferiore a trenta giorni, i clienti interessati delle modifiche alle condizioni contrattuali, e del loro diritto, se non accettano le nuove condizioni, di recedere senza penali né costi di disattivazione, nonché della possibilità di passare ad altro operatore. La volontà di recedere deve essere comunicata entro la data di entrata in vigore delle modifiche”.
Il diritto di recesso
La comunicazione della modifica del contratto, secondo quando stabilito dall’Agcom, può avvenire, nel caso di utenze mobili tramite:
- un SMS informativo che inizi con la dicitura: “Modifica delle condizioni contrattuali”, o similare, e che indichi il contenuto delle modifiche e la data di entrata in vigore delle stesse, con l’obbligo di informativa sul diritto di recesso;
- tramite una chiamata effettuata dallo stesso operatore della compagnia con la quale si è sottoscritto il contratto in essere, specificando il contenuto delle modifiche ed i motivi che le giustificano, la data di entrata in vigore delle stesse e l’informativa completa sul diritto di recedere dal contratto senza penali;
- In fattura, tramite avviso separato dalle eventuali ulteriori comunicazioni, con caratteri tali da richiamare l’attenzione degli utenti e recante la seguente intestazione: “COMUNICAZIONE IMPORTANTE: MODIFICA DELLE CONDIZIONI DEL CONTRATTO” o similare.
Una volta ricevuta la comunicazione del cambio piano tariffario, si hanno a disposizione 30 giorni per chiedere il recesso, al termine dei quali, se non si sceglierà di disattivare l’abbonamento, il contratto proseguirà alle nuove condizioni.
Scopri cosa fare invece in caso di errori in bolletta
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Cosa scrivere nel reclamo
- L’informativa sul diritto di recesso deve contenere, oltre all’indicazione su come esercitare il recesso, la dicitura “Hai diritto entro il gg.mm di recedere dal contratto, o di passare ad altro operatore, senza penali”.
Qualora si receda da un contratto tramite il quale si è acquistato un prodotto a rate collegato all’offerta (che viene pagato, ad esempio, in un’unica bolletta internet che include i giga) si dovranno continuare a pagare le rate per il periodo previsto. In alternativa, si può richiedere di estinguere il pagamento versando la somma mancante in un’unica soluzione.
Possibili violazioni del Codice del Consumo
Il cliente deve accertarsi che gli operatori telefonici non abbiano violato le regole del Codice del consumo. Questo può avvenire nei casi in cui:
- L’operatore modifichi il contratto e non informi il cliente del diritto di recedere senza costi entro 30 giorni;
- Le condizioni di recesso non siano comunicate in maniera chiara, per esempio con un SMS. Che non fornisce tutte le indicazioni di cui si ha bisogno per la richiesta di recesso.
In questi casi, si è di fronte ad una pratica commerciale scorretta, per la quale si può fare ricorso alle autorità giudiziarie. Inoltre, la modifica unilaterale delle clausole contrattuali deve avvenire per giustificato motivo, che deve essere indicato all’interno del contratto stesso.
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Aggiornato su 5 Lug, 2024
Paolo A.
Redattore
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