In un mondo sempre più digitale, l’accesso ai contenuti di intrattenimento online è diventato una parte integrante della vita quotidiana di molti. Ma attenzione, perché il costo per tali servizi sta crescendo. Dall’Italia agli Stati Uniti, i giganti del settore come Netflix, Amazon Prime e Apple TV+ hanno rivisto al rialzo le loro tariffe. Ecco un’analisi dettagliata di queste variazioni e di ciò che potrebbero significare per i consumatori.
La mappa degli aumenti in Italia e negli USA
Prima di tutto, è importante fare un bilancio della situazione. In Italia, il costo per i servizi di streaming è in aumento su vari fronti:
Variazione dei Prezzi dei Servizi di Streaming | ||
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Servizio | Prezzo Precedente (€) | Nuovo Prezzo (€) |
Netflix | 11,99 – 15,99 | 12,99 – 17,99 |
Amazon | 3,99 – 36,00 | 4,99 – 49,90 |
Apple TV+ | 4,99 | 6,99 |
Disney+ | 8,99 | 11,99 |
Dazn | 29,99 – 39,99 | 40,99 – 55,99 |
Spotify | 9,99 | 10,99 |
Ad esempio, Netflix ha portato la sua tariffa mensile standard da €11,99 a €12,99 e il piano premium da €15,99 a €17,99. Amazon Prime non è stata da meno, modificando il canone mensile da €3,99 a €4,99 e l’annuale da €36,00 a €49,90. Altri colossi come Apple TV+ e Disney+ hanno corretto le loro tariffe rispettivamente da €4,99 a €6,99 e da €8,99 a €11,99 mensili.
Anche servizi come Dazn e Spotify hanno partecipato a questa tendenza, con il primo che ha aumentato il prezzo dell’abbonamento standard da €29,99 a €40,99 e il piano plus da €39,99 a €55,99, e il secondo che ha visto un modesto aumento da €9,99 a €10,99 al mese. Da non dimenticare YouTube, che potrebbe seguire il trend con una revisione al rialzo da €11,99 a €12,99 prevista per gennaio.
Negli Stati Uniti, la situazione è simile. Un paniere di servizi di streaming negli USA dovrebbe costare circa $87 nell’autunno del 2023, in aumento dai $73 dell’anno precedente. YouTube Premium, ad esempio, ha già apportato un aumento portando il costo a $13,99 al mese.
In generale, questa crescita tariffaria si traduce in un aumento medio del 33% nella spesa per i servizi di streaming in Italia rispetto all’anno precedente. È una variazione che non va sottovalutata.
Perché gli aumenti e cosa possiamo aspettarci
Ma da cosa sono motivati questi aumenti? Dopo un periodo di boom durante la pandemia, molte di queste aziende hanno registrato un decremento nel numero di iscritti e una flessione del loro valore in Borsa. Per compensare, hanno introdotto varie strategie, come l’interruzione della condivisione delle password, per attirare nuovi utenti. Alcune di queste iniziative hanno già sortito effetti; ad esempio, Netflix ha guadagnato 5,9 milioni di abbonati in più nel mondo nell’ultimo trimestre.
Le aziende sostengono che gli utenti possono aspettarsi un miglioramento della qualità dei servizi offerti in cambio degli aumenti tariffari. Tuttavia, questo rimane un punto interrogativo, soprattutto alla luce dello sciopero record nell’industria cinematografica di Hollywood, che ha visto sceneggiatori e attori incrociare le braccia per oltre 100 giorni.
Per chi cerca di contenere le spese e risparmiare, esistono opzioni alternative come:
- Abbonamenti supportati da pubblicità: Ad esempio, Netflix offre un piano a €5,49 mensili che include annunci pubblicitari.
- Sfruttare le offerte promozionali che alcune piattaforme o alcuni operatori telefonici (es. Vodafone e Netflix) offrono periodicamente.
- Valutare la condivisione degli account familiari, se permesso dal servizio.
In conclusione, sebbene i nuovi prezzi possano essere un colpo al portafoglio per molti, è probabile che questa tendenza continui. È quindi fondamentale che i consumatori siano informati e considerino tutte le opzioni disponibili per trovare il piano di abbonamento più adatto alle loro esigenze.
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